«Datevi al meglio della vita» (ChV 143)
L’immagine che abbiamo scelto per questo anno pastorale 2019-2020 è una tempera su cartoncino di Stefano Nava, estremamente ricca di riferimenti biblici nascosti nella scena.
Il motivo principale è l’annuncio che il «meglio della vita» è Gesù, raffigurato al centro e riconoscibile per due ‘indizi’: l’abito rosso rivestito di blu, colori tipici dell’iconografia per indicare la duplice natura umana e divina di Cristo e la sciarpa con tre righe orizzontali che vuole ‘simboleggiare’ il – tallit – il mantello della preghiera del quale è sufficiente toccare un lembo per essere guariti (Mt 9, 20; Mt 14, 36).
Appena dopo l’incontro con Gesù i due giovani intuiscono la promessa del loro futuro – la loro vocazione, il meglio di loro stessi (ChV 257) – raffigurata dalle loro stesse ombre che, proiettate in avanti, danzano la vita. La felicità, la fecondità, la vocazione è sempre in movimento, in avanti, ‘per’ qualcuno (ChV 286). I due guardano Gesù, forse ancora non lo hanno riconosciuto, ma sono accesi di quella promessa che avvince senza costringere, sempre lascia spazio alla libertà nella sequela (Lc 18, 27). All’alba (Mt 20, 1; Mt 28, 1; Gv 21, 4) dell’incontro, il Risorto è già un passo oltre, sempre in cammino.
Il dipinto è ricco di segni che ricordano coloro che dopo l’incontro con il Signore, hanno riconosciuto la loro vocazione: sullo sfondo la casa di Zaccheo con accanto il sicomoro (Lc 19, 1-10) e lì accanto la punta della barca di Simone ed Andrea (Mc 1, 16); poco più avanti la brocca dimenticata dalla Samaritana (Gv 4, 28) e il fuoco di brace ancora acceso dopo il pranzo di pesce arrostito consumato con il Risorto (Lc 24, 36-42; Gv 21, 1-9). Ancora, sulla sinistra, le monete lasciate da Matteo (Mt 9, 9; Lc 5, 27) e ai piedi di Gesù, il vaso di nardo, di cui ancora sentiamo il profumo, insieme al Vangelo (Gv 12, 3; Mc 14, 1.9). Sulla sinistra alcuni alberi che iniziano a germogliare (Is 61, 11) perché c’è un motivo per cui alzarsi (Ct 2, 10) e decidersi a spendere la vita: c’è un inverno che sta finendo e qualcosa di nuovo che sorge (Is 43, 19) e si impone come la scelta da fare, la via da prendere, qualcuno per cui spendere tutta la propria vita (EG 273).
don Michele Gianola
direttore Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni